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La Riserva Naturale Pigelleto ha una superficie di 862 ettari, quasi interamente boscati, ed è situata nel Comune di Piancastagnaio.
L’area protetta comprende una serie di rilievi a morfologia dolce, con l’altitudine maggiore raggiunta da Poggio Pampagliano (969 m), che collegano il Monte Amiata (1738 m), situato a nord, con il Monte Civitella (1107 m), in territorio grossetano ed i torrenti Senna e Siele delimitano la Riserva rispettivamente a nord e a sud.
Le particolari caratteristiche climatiche e morfologiche dell’area hanno determinato una grande ricchezza di specie vegetali, tra le quali si annoverano il faggio, il castagno, diverse querce, carpini ed il tasso, una maestosa conifera che è attualmente inserita nelle liste rosse internazionali per la sua rarità.
La Riserva è nata con lo scopo principale di conservare la popolazione relitta di abete bianco, localmente chiamato “Pigello“, che qui cresce spontaneo come importante testimone dell’ultimo periodo glaciale, terminato circa 10.000 anni fa. La penisola italiana e soprattutto l’Italia meridionale furono infatti i “rifugi” nei quali le foreste di abete bianco si ritirarono quando, al culmine della glaciazione, gran parte dell’Europa era ricoperta dai ghiacci.
Con il mutare del clima e il ritiro dei ghiacci, l’abete bianco è sopravvissuto solo nelle zone in cui si conservò un microclima adatto, e dove la competizione con il faggio non era troppo forte. Il Pigelleto è uno di questi pochi popolamenti di abete bianco rimasti in Europa meridionale e, tra quelli italiane, si trova a quote insolitamente basse.
Qui occupa aree esposte a nord, fresche e preferibilmente percorse da corsi d’acqua, in associazione ad altre specie arboree. L’abetina ha subito, nel corso del tempo, un costante prelievo da parte dell’uomo, ma è durante la seconda guerra mondiale che un taglio massiccio ne ha ridotto drasticamente la superficie, che oggi occupa circa 30 ettari della Riserva.
La Riserva ospita anche specie erbacee di grande bellezza: ne sono un esempio le diverse specie di orchidee, le primule, le viole e la dentaria pennata. Nel sottobosco, umido e fresco, cresce una grande varietà di funghi: un recente studio ha censito oltre 400 specie.
In questi ambienti di grande naturalità vivono specie animali di notevole importanza conservazionistica: tra queste la salamandrina dagli occhiali (un piccolo anfibio endemico della nostra Penisola) e ben 8 specie di pipistrelli (una colonia di questi mammiferi volanti si è addirittura stabilita all’interno del Centro Visite della Riserva Naturale).
Oltre a queste specie meno frequenti, il Pigelleto ospita anche caprioli, cinghiali, ghiandaie, poiane, capinere, numerose specie di farfalle e tanti altri animali, e non è infrequente scorgerne alcuni esemplari o le loro tracce durante una passeggiata nella Riserva.
Il sentiero, parte dall’ingresso del Casale e percorre un anello di circa 7.5 km attraversando le zone più interessanti della Riserva Naturale del Pigelleto.
Fuori dal cancello della casa prendere il sentiero sterrato a sx che si ricongiunge alla strada provinciale per Piancastagnaio; attraverserete un pezzo di bosco ceduo di quercia fino ad arrivare, dopo 2.3 km, ad una diramazione verdo sx che condurrebbe verso il Villaggio Minerario del Siele (punto 1 sul disegno, distanza dal Roccone km 3.0); non la prendete ma contiuaate diritto fino ad arrivare alla strada asfaltata.
Quì sulla dx (punto 2 sul disegno), segnalato da una bacheca in legno e da un pannello foto1), inizia il percorso dentro al bosco; in leggera salita e accompagnati da quercie e frassini, vi ritrovate al 3o km ad un quadrivio (punto 3).
Prendete il sentiero che continua a salire sulla vostra sx e scorgendo i primi abeti bianchi e potendo sostare su una piccola area attrezzata con un tavolo e panche (foto 2), arriverete sul Poggio Pampagliano (il punto più alto della Riserva Naturale, 969 mt).
Da qui si comincia a scendere su un meraviglioso bosco di faggi con un forte odore (nei mesi da Aprile a Giugno) di aglio orsino (allium orsinum, ottimo per condire spaghetti e pici).
In questo punto del sentiero (punto 4 sul disegno) seguire attentamente la segnaletica bianca e rossa e le deviazioni che in questo periodo sono presenti in attesa di ripristinare il vecchio tracciato.
Dopo aver attraversato al km 4.4 la Fonte del Picchio (l’acqua che scorre viene da una sorgente ma non è controllata) si arriva al km 5.5 al ricongiungimento con la strada sterrata interpoderale (punto 5 sul disegno)
Siamo qui all’interno dell’Abetina del Pigelleto che è possibile attraversare su un sentierino con staccionate che arriva ad un capanno di avvistamento e si conclude in un’area di sosta con 3 tavoli con panche (foto 3).
Davanti all’area di sosta prendere la strada sterrata che scende sulla dx fino al Podere San Filippo e da li, dopo una breve salita si ritorna al Roccone.
La durata prevista, con passo tranquillo e fermandosi ogni tanto per bere e fare foto è indicativamente di 3 ore circa.
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